Il Grechetto di Todi
il vitigno principe del nostro areale
9/20/20254 min read


Grechetto: un vitigno dalla storia antica che si rinnova
Il Grechetto è un vitigno bianco che ha ormai radici ben salde nel panorama vitivinicolo dell’Umbria e del centro Italia, ma le sue origini perderono nei secoli alcune delle sue storie più affascinanti. Il nome “Grechetto” suggerisce un collegamento con la Grecia antica, con la Magna Grecia, e con i vitigni chiamati “Greci” nei secoli successivi — ma la ricerca moderna ha rimesso in luce come ciò che oggi chiamiamo Grechetto non sia un blocco unico, bensì la somma di biotipi — almeno due principali: il clone G5 (Grechetto di Todi, anche Grechetto Gentile) e il clone G109 (conosciuto comunemente come Grechetto di Orvieto)
Origine e storia
Il Grechetto, come molti vitigni locali dell’Italia centrale, si è sviluppato nel corso dei secoli adattandosi ai terroir umbri, laziali, toscani e marchigiani. Le fonti più antiche parlano dell’introduzione di viti “greche” nel sud Italia e di una diffusione verso i territori centrali.
Nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite (CNVV) italiano sono oggi riconosciuti i cloni G5 e G109 come due biotipi distinti, strettamente parenti ma con caratteristiche diverse.
È stato infatti accertato che G5 e G109 condividono almeno un allele per ciascun locus microsatellite esaminato, il che indica un rapporto di parentela molto ravvicinato, probabilmente del tipo genitore-figlio. Tuttavia non è ancora chiaro quale dei due sia “il padre” e quale la “figlia”.
Il clone G5 (Grechetto di Todi / “Grechetto Gentile”)
Territorio e diffusione
È il clone predominante nell’area di Todi, in Umbria, e dà nome alla DOC Todi, istituita nel 2010 con un disciplinare che riconosce il ruolo centrale del Grechetto Gentile (G5) nei bianchi della zona.
Il G5 è anche quello associato al nome “Grechetto Gentile” ed è identificato come più raffinato, più delicato nel profilo aromatico, e meno “rustico” rispetto al G109.
Caratteristiche ampelografiche e in vigna
Foglia media, pentagonale, spesso trilobata, acini medi o anche medio-grandi, forma tendenzialmente ovoidale.
Grappolo mediamente compatto o semi-compatto, forma piramidale o cilindrica, spesso con ali piccole.
Maturazione nel clone G5 tende ad essere più precoce rispetto al G109. Ciò permette una raccolta anticipata nei casi in cui si voglia preservare freschezza, acidità, aromi più delicati.
Organolettica
Profumi eleganti, più delicati: sentori fruttati (mela, pera, frutta bianca), fiori bianchi, aromi freschi. Minor impronta ammandorlata rispetto al G109.
Acidità ben presente, freschezza pronunciata; struttura equilibrata.
Il clone G109 (Grechetto di Orvieto)
Territorio e diffusione
Il clone più comune nell’area Orvieto e zone limitrofe (Lazio, Umbria). È quello impiegato storicamente nei vini bianchi di Orvieto e appare in molti disciplinari dove il Grechetto è componente principale o in assemblaggio.
Il territorio del G109 è più ampio, con diffusione anche in Lazio e Toscana.
Caratteristiche ampelografiche e in vigna
Grappoli più spesso compatto, acini con buccia relativamente spessa, e resistente.
Maturazione generalmente un po’ più tardiva (fine settembre / inizi ottobre) rispetto al G5.
Organolettica
Migliore robustezza, carattere più marcato, anche un po’ più “scontrosità” (cioè un tratto meno facile, che richiede vinificazione attenta).
Aroma che può tendere ad avere note più decise, leggermente più ammandorlate o con sentori di frutta secca, mentre la freschezza può essere un po’ meno accentuata se si ritarda troppo la vendemmia.
La buccia un po’ più robusta lo rende più adatto per vinificazioni più “dure”, per appassimento, uso del legno e versioni più complesse, anche dolci o da muffa nobile.
Grechetto di Todi: identità territoriale
Parliamo ora del Grechetto di Todi come denominazione, DOC, espressione del clone G5 nella sua forma territoriale.
La DOC Todi è stata istituita per valorizzare proprio il Grechetto di Todi (almeno il 50% di Grechetto nei bianchi), con disciplinari che fissano rese, acidità minima, contenuto alcolico e estratto secco.
I vini prodotti con Grechetto di Todi tendono a presentarsi con colori paglierini, profumi delicati, freschezza evidente, ed equilibrio. Non è raro che siano vini “di carattere gentile”, come recita il nome alternativo Grechetto Gentile. Le versioni migliori hanno una ricchezza aromatica senza aggressività.
Le condizioni pedoclimatiche — suoli, altitudini, escursioni termiche — nelle colline di Todi favoriscono questo clone G5: maturazione più regolare, preservazione dell’acidità, finezza aromatica.
Qualche riflessione moderna e prospettive
Negli ultimi anni c’è stato un lavoro crescente da parte dei viticoltori e dei ricercatori per comprendere le differenze tra questi cloni, per evitare confusione nei disciplinari o nelle etichette, e per valorizzare la specificità territoriale.
La scelta del clone è importante non solo per le qualità organolettiche, ma anche per la gestione agronomica: il G5, più regolare nella maturazione, può portare a raccolti più sicuri, specialmente in annate con variabilità climatica; il G109, se ben gestito, offre potenziale di struttura e d’invecchiamento.
Le versioni passite o da muffa nobile del Grechetto (più spesso G109) stanno guadagnando interesse, così come tendenze verso vini territoriali “di montagna” e versioni più leggere o “naturali”, che esaltano la freschezza e la finezza del clone G5.
Conclusione
Il Grechetto rappresenta una eccellenza bianca del centro Italia che non è un’unica entità uniforme, ma un insieme di cloni con storia, genetica e vocazione propria. Il Grechetto di Todi (clone G5 / Grechetto Gentile) offre un profilo più elegante, aromatico, fresco — ideale per chi cerca pulizia, finezza, e vini di beva ma con personalità. Dall’altro lato, il clone G109 conserva la sua importanza per la struttura, la capacità di invecchiare, l’uso in vini complessi o passiti.
Nel contesto di Todi, il Grechetto G5 ha trovato una sua identità ben definita, che riflette il territorio, il clima e le altitudini, e che merita attenzione per chi voglia esplorare le sfumature del Grechetto: non solo come “Grechetto generico”, ma come un vitigno che cambia a seconda del clone, del luogo e delle scelte in vigna e in cantina.